I Big Data e l’industria turistica
Qual è il futuro delle piattaforme di pianificazione e acquisto viaggi?
Mark Okerstrom, ceo della compagnia EXPEDIA non ha dubbi: ciò che rivoluzionerà completamente la travel industry è l’intelligenza artificiale. “Fino a ieri guardavamo ai big data e ai data science — spiega -. La sfida per il domani è invece lo streaming live dei dati, l’automazione”.
Ma nonostante questa proiezione futura ci disegni uno scenario ancora completamente inesplorato, è necessario consolidare l’utilizzo dei Big Data tra imprese ed operatori turistici.
L’ANALISI DEI FLUSSI TURISTICI E LE PREVISIONI
Le statistiche su arrivi e presenze non bastano a monitorare il fenomeno turistico: ecco perché vanno considerati altri dati “meno raffinati” come i passaggi autostradali, il consumo elettrico, il numero di ricerche web.
Per analizzare questa massa di informazioni, la tecnologia Big Data è ormai fondamentale per la pianificazione e il controllo delle attività turistiche.
Il turismo è tecnicamente un fenomeno di mobilità, perciò appartiene a pieno titolo alle tematiche della smart city. La mobilità turistica, a differenza di quella dei residenti, ha andamenti a volte ciclici altre anti-ciclici. Il senso è che in certi periodi dell’anno, anzi della settimana, la mobilità turistica si somma a quella dei residenti, mentre in altre settimane, o parti della stessa settimana, si compensa, perché si presenta contemporaneamente alla riduzione di quella dei residenti.
Considerando migliaia di foto postate su Facebook, Flickr, Instagram e altri social, si ottiene una mappa dei percorsi turistici molto più accurata di quello che qualunque altra tecnologia riesce a fornirci. Non ci sarà neppure bisogno di calcolare la densità dei cellulari, minuto per minuto, per avere un’idea della densità dei turisti in un dato momento e in un certo spazio, basteranno le foto.
Il 53,8% degli imprenditori ritiene utile avere informazioni sulle caratteristiche e i comportamenti dei turisti italiani e stranieri, con delle grandi differenze a seconda delle aree geografiche prese in esame: se per le imprese del Nord-Est (75,7%) e del Centro (58,9%) è fondamentale avere dei dati sulle motivazioni di scelta della vacanza e della destinazione, per quelle del Nord-Ovest è più importante conoscere le statistiche sulla tipologia di alloggio scelto (48,9%), mentre quelle del Sud e Isole optano (48,9%) per i dati su età e condizione economica dei turisti.

«Dalle compagnie aeree all’hôtellerie, ad esempio, si è ben compreso che utilizzare i big data significa non solo profilare la propria clientela, ma ridurre i costi, mirare meglio gli investimenti e ottimizzare il prodotto o il servizio che si eroga al consumer — ha recentemente spiegato Marco Fanizzi, vice presidente e g.m. enterprise sales di Dell Emc Italia, in un seminario organizzato da ENIT — Ma c’è di più: oggi l’uso dei big data, specialmente nel turismo, contribuisce ad orientarsi verso un modello sartoriale di viaggi, personalizzando l’offerta, perché si possono conoscere meglio le abitudini, i desideri, le passioni dei clienti e si può davvero soddisfare i viaggiatori, sempre più alla ricerca di esperienze uniche».
L’IMPATTO TURISTICO SUL PATRIMONIO ARTISTICO E CULTURALE
Ci sono esperienze e progetti che invece tendono ad utilizzare la forza analitica dei Big Data per minimizzare l’impatto dei flussi turistici sui beni culturali.
E’ il caso di Herit Data, progetto Gestione sostenibile del patrimonio per contrastare l’impatto del turismo di massa grazie ad un uso olistico dei big e open data. E’ il titolo del progetto europeo quadriennale 2018–2022, iniziato a febbraio 2018, che punta ad identificare soluzioni innovative, con l’aiuto di nuove tecnologie e big data, per ridurre gli impatti negativi del turismo sui siti del patrimonio culturale e naturale.
Il progetto è co-finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale(Fesr) nell’ambito del Programma di cooperazione territoriale europea Interreg Mediterranean (Interreg Med) che riunisce 13 paesi europei dalla sponda settentrionale del Mediterraneo, impegnati per una crescita sostenibile nella regione mediterranea, e sostiene progetti che sviluppano concetti e pratiche innovative e promuovono un uso razionale delle risorse.
Herita Data è realizzato su cinque siti pilota in Croazia, Francia, Grecia, Italia e Spagna, focalizzandosi su città storichee su siti di particolare interesse archeologico e culturale, inclusi i siti del Patrimonio dell’Umanità (Unesco World Heritage Sites).
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